Politiche urbane per la cultura e piani strategici di sviluppo.

La crisi economica unita al processo di devolution, soprattutto dopo la metà degli anni ’90, chiamano le Regioni e i territori ad una riorganizzazione. Si sente spesso parlare di Urban Center e Piani Strategici Cittadini considerando lo Sviluppo Locale per la produzione di risorse finanziarie e non solo.

La Pianificazione Urbana Strategica si avvale come precedentemente accennato del Marketing Urbano e della Comunicazione Pubblica per la concretizzazione di decisioni politiche a carattere progettuale. I piani urbanistici strategici hanno come obiettivo quello di sviluppare una economia plurisettoriale nell’ambito dello sviluppo locale. Le città divengono di per sé produttrici di risorse finanziarie. L’evento culturale si inserisce sempre più nelle dinamiche di sviluppo portando un elemento di differenziazione e qualificazione territoriale. Le amministrazioni attraggono turisti che viaggiano alla ricerca di cultura e residenti in cerca di eventi e arte. Gli eventi sono un potente strumento economico di immagine per le città anche grazie all’aumento dell’offerta da parte delle imprese creative. Rivitalizzare i centri urbani significa poi creazione di nuovi posti di lavoro nell’ottica dell’espansione economica delle città.

Il rinnovamento urbano legato agli eventi culturali e allo spettacolo nasce in Italia, intorno al dopoguerra, anche se le aree interessate da questo fenomeno erano quelle dei centri storici. Dopo il ’68 poi si cerco soprattutto di riequilibrare il peso dei centri storici metropolitani promuovendo il decentramento delle attività culturali nelle periferie urbane  e nei centri di minori dimensioni.

L’epoca della cultura come strumento di sviluppo arrivò solo dalla metà degli anni ’80. Da qui gli operatori pubblici cercano di coinvolgere nell’opera di promozione culturale i soggetti economici privati, sponsorizzando particolari eventi spettacolari o il restauro di monumenti. Si afferma quindi il ruolo sociale della promozione culturale e si vede nella cultura uno strumento di rilancio dell’economia urbana, uno strumento per lo sviluppo.

Un dato rilevante è quello che riguarda la trasformazione delle periferie da un punto di vista spaziale, sociale, economico, culturale per l’attivazione di un vero e proprio processo di rigenerazione complessiva in grado di migliorare la qualità della vita. Nei processi di pianificazione strategica e rigenerazione urbana emerge l’esigenza di interventi integrati che mirano alla riqualificazione edilizia e alla valorizzazione del patrimonio, promuovendo quindi forme di sviluppo economico e sociale. All’interno della pianificazione strategica alcuni interventi diretti verso aree vengono spesso localizzate nelle vecchie periferie urbane o zone centrali e semiperiferiche, visto che uno delle prerogative del piano è la rigenerazione dei quartieri marginali. Proprio modelli di intervento che vengono definiti integrati cercano di affrontare il problema della marginalità sociale e spaziale.

Alcuni programmi, come Urbact http://www.urbact.eu,  sono finanziati direttamente dalla Unione Europea  e prevedono la partecipazione dei cittadini contribuendo così alla formazione di forme di identificazione popolare coi luoghi, stimolando il consolidamento del senso di appartenenza che modifichi, in positivo, l’immaginario degli stessi abitanti. Soprattutto questi tipi di programmi cercano di incentivare investimenti privati, favorendo ad esempio anche la riqualificazione edilizia, per il rilancio socioeconomico delle città.

E’ importante valutare comunque il successo o meno di un piano strategico per gli effetti reali sulla città, considerando le sorti della città fisica, dei suoi abitanti, delle sue imprese, etc.

All’interno dei piani strategici, grossa importanza hanno le politiche culturali urbane, con lo scopo di favorire la vita culturale delle città ma con obiettivi di natura economica e sociale. L’intervento pubblico si propone di incentivare e programmare fenomeni ed attività sociali, attraverso: le forme espressive della cultura alte, come pittura, letteratura, musica colta; la cultura popolare tipica di un paese o regione che si esprime nella musica tradizionale, ecc; le culture, le usanze, il linguaggio, gli stili di vita propri di determinati insediamenti; gli elementi delle manifestazioni simboliche di tali gruppi con dichiarata valenza estetica. La cultura non è quindi solo patrimonio, ma anche manifestazioni di danza, teatro, musica e arti visive date le forti tradizioni nazionali.

Le politiche culturali sono, quindi, una parte della programmazione pubblica e delle strategie di sviluppo locale per la differenziazione delle aree in competizione.

Le città stanno man mano ridefinendo, anche in base a scelte di recupero di palazzi e centri storici degradati e all’apertura di poli per la fruizione della musica, dell’arte, le prospettive di utilizzo del tempo libero. Gli amministratori comunali, le province, le istituzioni culturali, riaffermano il legame tra patrimonio culturale, ambiente e territorio alimentandone lo sviluppo. Si tratta di politiche di valorizzazione per recuperare il senso di appartenenza alle tradizioni e alle identità costituendo un elemento di coesione sociale.

La produzione di eventi culturali e festival è operata per la conoscenza, il recupero di luoghi della storia e delle identità culturali. Il recupero dei luoghi è visto come una nuova forma di partecipazione sociale. Non solo. Lo spettacolo è una forma di conoscenza e coscienza (1). Il fatto che esso avvenga in luoghi pubblici, come piazze, strade oppure sale o teatri rappresenta un importante aspetto sociale proponendosi come momento di incontro non virtuale di una comunità.

Essenzialmente le attività culturali, gli spettacoli in genere vengono adoperati dalle amministrazioni comunali e provinciali con diverse finalità: valorizzare le espressioni artistiche, facilitare la fruizione dei cittadini degli aspetti della cultura, migliorare l’uso delle strutture locali e valorizzare parti magari meno conosciute del territorio. A livello nazionale risultano comunque ancora pochi gli investimenti per la realizzazione di spazi appositi, il recupero e gli interventi urbani per lo spettacolo e la cultura.

Secondo alcune recenti rilevazioni, negli ultimi tre anni si è registrato un aumento sensibile delle manifestazioni e degli spettacoli in proporzione al numero di spettatori con un conseguente aumento degli introiti. Ciò vuol dire che lo spettacolo è davvero una materia destinata ad essere concorrente nello sviluppo locale del territorio.

 

(1)Roberto Grossi. Politiche, strategie e strumenti per la cultura. II Rapporto Annuale Federculture. Allemandi, Torino, 2004

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