San Francisco_ Academy of Sciences

L’Academy of Sciences progettata da Renzo Piano sorge dallo storico museo delle scienze di San Francisco, in una delle aree più sismiche del pianeta proprio in corrispondenza della faglia di S. Andrea. Dell’originario edificio, l’attuale museo conserva la facciata in continuità col passato, ma si pone assolutamente ad un livello di perfetta sintonia formale col paesaggio circostante, tentando minor impatto visivo e ambientale possibile.
Ispirato dal Golden Gate Park, Piano riprodusse nei primi schizzi le forme ondulate e sinuose della natura circostante per proporre al suo interno un enorme acquario sferico, che poteva essere osservato sia dall’interno che dall’esterno e che fosse l’attrattiva principale del museo.
Le innumerevoli innovazioni tecnologiche utilizzate nell’intento progettuale ecologico spaziano dal prelievo dell’acqua del mare attraverso tubature sotterranee, alla riproduzione naturale nel sito della barriera corallina attraverso fibre di vetro.
L’illuminazione e la ventilazione naturale attraverso materiali acrilici, l’utilizzo di materiali riciclati, dall’acciaio al cemento composto in parte da cenere di carbone sono solo un esempio di ricerca e sperimentazione ingegneristica.
I 18 centimetri di manto erboso che ricoprono le colline artificiali evitano la dispersione dell’acqua, costituendo un perfetto isolante igrotermico per l’interno e abbassando la temperatura i circa 5 °C rispetto all’esterno. La difficoltà incontrata nel fissare la vegetazione alla copertura fu risolta attraverso l’utilizzo di cordoli che impediscono al terreno di scivolare verso il basso. Non solo, ma per la realizzazione della sfera centrale in acciaio e vetro, che in alcuni punti raggiunge la pendenza di 60°, collaborò anche una ditta di costruzioni di montagne russe.
I pannelli solari che circondano il giardino per la produzione di energia pulita vennero definiti dallo stesso Renzo Piano come foglie di un albero che catturano il sole e allo stesso tempo fanno ombra.
Il nuovo progetto museale rappresenta inoltre uno dei simboli dell’architettura antisismica mondiale: per la realizzazione fu chiamata un’equipe di architetti e ingegneri giapponesi che concretizzarono e perfezionarono man mano la struttura, a cominciare dalle sue fondamenta e considerato il suolo sabbioso, fu messo a punto un sistema di collegamento delle fondazioni che permettesse all’edificio di assecondare i movimenti tellurici. Sistema questo ampiamente trattato in America e Asia e che finalmente, ma purtroppo solo dopo i recenti avvenimenti sismici, viene importato anche nel nostro paese.
La mancanza di sensibilità nei confronti di sperimentazione, ricerca e innovazione tecnologico-architettonica sembra ora lasciar spazio in Italia a riferimenti positivi.

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