Tra storia e contemporaneità. Lo spazio pubblico come luogo di socialità ed eventi.

“Si comprende benissimo come là dove la cultura è forte,

il paesaggio viene assunto automaticamente come paesaggio-scenario,

a palcoscenico delle vicende della società,

delle sue storie e della cultura stessa che ha esaltato.”

Il paesaggio come teatro. Dal territorio vissuto al territorio rappresentato.

Eugenio Turri. Marsilio Editore. Venezia, 2003.

 

Il ruolo dello spazio pubblico si è evoluto nel tempo, così come il suo significato di luogo di socialità e di manifestazione dell’umanità. Tradizionalmente rappresentativi della collettività e del potere politico, teatri di eventi storici, religiosi, commerciali e di semplice vita quotidiana, gli spazi pubblici urbani sono da sempre definiti i palcoscenici sui quali l’uomo è contemporaneamente attore e spettatore. Sono luoghi democratici ricchi di simboli celebrativi, di scambi e incontri di pensiero, in cui cultura e storia rivivono costantemente.

Se sin dall’antichità l’uomo ha utilizzato lo spazio pubblico per osannare gli Dei e successivamente se stesso, in un continuo dialogo e legame con esso, trasformandolo e assimilandolo, nella modernità si è constatata una riduzione del suo valore rappresentativo e la perdita dell’antica funzione di unione collettiva. Progressivamente gli spazi pubblici, come luoghi di incontro e di scambio, vengono sostituiti da spazi sociali virtuali che eliminano il limite fisico corporeo proprio della città urbanizzata, la quale assume, invece, un ruolo connettivo sempre più marcato e predominante in relazione alle esigenze di competitività e alle logiche economiche.

Con l’epoca industriale si è assistito, infatti, alla depersonalizzazione della città pubblica e del territorio in relazione all’esaurirsi e al cambiamento delle attività storicamente svolte, privando gli spazi del privilegio sociale di cui godevano e di cui oggi si tenta il recupero attraverso ricerche, programmazione e progetti di pianificazione urbana. Riqualificare, ridefinire o progettare la “dimensione pubblica”, infatti, significa interrogarsi sui requisiti delle odierne strutture urbane, come qualità, accessibilità, intensità di utilizzo e sulle sue funzioni e sui suoi attuali significati. In tal senso molte Amministrazioni Locali ancora si dimostrano poco innovative nei processi di governance riguardanti le politiche di rigenerazione degli spazi pubblici. Tuttavia, il tentativo di coesione sociale apportato attraverso gli eventi culturali e le manifestazioni, come forme di conoscenza e coscienza della comunità, sembra essere stato riconosciuto oggi come politica positiva di sviluppo attraverso modelli di intervento integrato.

Si tratta di eventi che trasformano radicalmente lo stato dei luoghi o, sempre più spesso, di eventi temporanei ospitati negli spazi pubblici già esistenti cercando così di riproporne l’antica identità o di generarne nuove, in modo permanente o in modo artificioso e soggettivo, prendendo parte ai rituali collettivi della socialità moderna.

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