Il patrimonio immobiliare per lo sviluppo locale.

Il patrimonio immobiliare pubblico rappresenta per il territorio un elemento identitario ed un fattore strategico di sviluppo nell’economia globale(1). Unitamente alla conoscenza degli elementi immateriali propri del territorio, quali contesti culturali e competenze(2), esso può diventare un potente mezzo di attrazione finanziaria e di innovazione economico-sociale.

Gli enti pubblici in Italia sono proprietari di un immenso patrimonio di cui non si conosce ancora la reale entità, né il potenziale di sviluppo nel territorio. Spesso i beni immobili diffusi nel paesaggio costituiscono degrado e marginalità, in quanto le stesse Amministrazioni non programmano interventi di rigenerazione, abbandonandoli alla precarietà. Questi beni vanno inseriti, infatti, in adeguati programmi di valorizzazione e promozione territoriale, coerentemente con quelli di pianificazione urbana. In questo modo essi diventano fattori che concorrono a cambiare il volto dei luoghi e delle città, ridefinendone le identità. Moltissime operazioni di recupero e restauro degli immobili pubblici, di interesse storico, artistico e paesaggistico, hanno contribuito alla rinascita degli antichi borghi o alla riconversione sostenibile di aree urbane in disuso nel nostro paese. Nella maggior parte dei casi questi immobili sono stati trasformati in “contenitori”(3) di nuove funzioni culturali e commerciali, simboli delle relazioni sociali e dell’appartenenza al luogo, e allo stesso tempo in nuovi“beni di consumo”(4).

Grazie alla progressiva autonomia degli enti locali(5), si definiscono in modo sempre più pragmatico le strategie di valorizzazione, di marketing territoriale per l’attrazione degli investimenti e del capitale umano, e di “messa a reddito”(2) degli immobili pubblici, attraverso tavoli tecnici e di concertazione che rappresentano le problematiche e le esigenze delle realtà locali. La collaborazione tra gli Enti e gli altri interlocutori diventa una forma di partecipazione sociale condivisa ed un modello di governance del territorio che non può prescindere dall’acquisizione di criteri imprenditoriali, diretti a reperire risorse di investimento anche dalle imprese e dai gruppi privati.

Alcune analisi su progetti già realizzati hanno evidenziato che la “massima valorizzazione funzionale”(6) dell’ immobile pubblico non si ottiene con l’utilizzo parziale del bene nel tempo. Spesso, infatti, si sono focalizzati gli interventi solo su funzioni ricreative o culturali, o su funzioni ricettivo-turistiche, con una forte dipendenza dalla stagionalità, dalla contingenza o dal target d’immagine imposto. E’ evidente che ciò dipende da un vero e proprio deficit di pianificazione strategica locale e da una non corretta contestualizzazione del progetto.

Un buon piano di riconversione architettonica rende possibile un uso flessibile e polifunzionale dell’immobile pubblico, che è appetibile nel tempo tanto dal turista quanto dal residente, e tiene conto del contesto insediativo, delle connessioni con i territori circostanti, del tipo di turismo e del tipo di consumi locali.

Note:

(1) Luca Davico, Alfredo Mela,Le società urbane, Carocci, Roma, 2005.

(2) Manuela Brusoni, Veronica Vecchi, Strumenti di Public Management per lo sviluppo del territorio, Franco Angeli, 2009.

(3) Agenzia del Demanio, Valore Paese. Il progetto di valorizzazione del patrimonio immobiliare dello Stato, www.agenziademanio.it

(4) Carlo Gelosi, Comunicare il territorio. Il nuovo ruolo delle amministrazioni nella comunicazione istituzionale, Franco Angeli, 2004.

(5) Lega Servizi Patrimoniali – Società operativa delle Autonomie Locali, Il Piano di miglioramento gestionale del Patrimonio. Strategie e politiche per la gestione innovativa del patrimonio, 2010.

(6) Agenzia del Demanio,Politiche e strumenti per la valorizzazione economica e sociale del territorio attraverso il miglior utilizzo degli immobili pubblici, 2012.

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